Cerchiamo di effettuare una ponderata analisi generale sui rischi/benefici dei vaccini anti Covid-19 sulla base delle informazioni oggi a disposizione.
Questi risultati e le relative valutazioni sono frutto di una ricerca personale libera e indipendente, basata su dati ufficiali, su considerazioni, deduzioni e calcoli personali eseguiti con diligenza e la massima attenzione possibile. Ciò nonostante ci scusiamo qualora dovessero esserci degli errori di qualsiasi natura e Ti invitiamo a verificare i contenuti personalmente, invitandoti anche a segnalare le eventuali inesattezze per poter intervenire in nome della Scienza.
Le fonti
- I dati sulla malattia: Report esteso Istituto Superiore Sanità pubblicato il 29/01/2022 quindi inerente a:
- Decessi 03/12/2021-02/01/2022
- Terapie intensive al 10/12/2021-09/01/2022
- Popolazione attiva nelle fasce d’età al 25/12/2022
- Effetti avversi sui vaccini
- Fonte AIFA (Agenzia Italiana Farmaci) con sistema RAM (dati pubblicati sul giornale La Verità)
- Autorità Svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti e dei dispositivi medici [leggi qui]
Supponiamo quindi che per gli over 60 il vaccino sia la migliore soluzione a prescindere da qualsiasi altra condizione, alternativa, ipotesi. Come è stato fatto fino ad oggi per tutti.
Motivazione delle fonti
Purtroppo ad oggi siamo ancora in attesa che AIFA renda pubblici i dati sugli effetti avversi gestiti tramite il sistema RAM di sorveglianza, che viene utilizzato per comunicare i risultati ad EMA (Ente Europeo Medicinali). Non è chiaro il motivo di tanto mistero e qualcuno alla fine “pensa male” [rapporti AIFA sui vaccini].
Quindi ci vediamo “costretti” a prendere in esame un altro campione di valutazione che al contrario risulta aggiornato, pubblico sufficientemente dettagliato per una valutazione percentuale dei dati.
Ci permettiamo di assumere che siano irrilevanti le differenze geniche tra la popolazione svizzera e quella italiana e assumiamo che i farmaci siano identici se pur con lotti inevitabilmente differenti.
Il numero inferiore di dati campionati può assumere più importanza di dati maggiori ma meno accurati.
Paragone dei dati sulle reazioni avverse da vaccini anti-Covid19
DATI E SEGNALAZIONI | ITALIA | SVIZZERA |
Soggetti vaccinati al 02/02/2022 | 50.087.097 | 6.034.634 |
Coefficiente dosi somministrate per vaccinato | 2,57 | 2,41 |
Segnalazioni totali | 83.956 | 11.467 |
Incidenza di casi sulla popolazione vaccinata | 0,06520% | 0,07884% |
Numero di segnalazioni gravi | 14.021 | 4.277 |
Incidenza casi gravi sulle segnalazioni totali | 16,70% | 37,30% |
Rischio statistico grave per ogni vaccinato | 0,0280% | 0,0709% |
Campionamento svizzero mirato
E’ importante segnalare che in Svizzera i dati indicano un uso quasi esclusivo di Spikevax® di Moderna (circa 63%) e Comirnaty® di Pfizer/BioNTec (circa 36%), pertanto le segnalazioni sono conseguentemente fortemente incentrate sugli attuali vaccini utilizzabili in Italia.
In Italia gli altri vaccini Astrazeneca e Johnson/Janssen sono stati ritirati per i troppi effetti avversi, come avvenuto anche in altri paesi.
A fronte di questo l’analisi dei dati svizzeri assume un rilievo estremamente elevato ed estremamente calibrato sulla vaccinazione ora in atto. Ci sembrano quindi perfetti per questo scopo.
Importanti differenze nei dati
Ciò che salta subito all’occhio è l’elevata incidenza dei casi gravi svizzeri sulle segnalazioni totali: oltre il doppio di quelli italiani. Le motivazioni potrebbero essere alcune o tutte tra queste:
- Elevata incidenza degli effetti avversi gravi per Pfizer e Moderna rispetto agli altri vaccini ampiamente usati in Italia come Astrazeneca e Johnson
- Diversa classificazione di “effetto grave”, su cui però dubitiamo, ipotizzando un approccio sufficientemente standardizzato della classificazione (nostra presunzione)
- Diversa gestione delle segnalazioni (raccolta e diffusione) e qui, rimanendo nell’ambito di una opinione del tutto personale, ci sentiamo di attribuire un peso più elevato alla qualità dei dati svizzeri. Sono emerse nei mesi segnalazioni per mancanze nella gestione delle reazioni avverse in Italia
Cosa fare di questi numeri
Beh, abbiamo un risultato di rischio di reazione avversa dello 0,0280% italiano e di 0,0709% svizzero.
Elevati? Bassi? Importanti? Pericolosi? Rischiosi? Sicuri?
Possiamo essere prudenti ed assumere che una media tra le due percentuali così differenti possa essere la nostra base di valutazione? La media che si ottiene è dello 0,0495% e confrontiamola con i dati disponibili sui vaccini.
Esaminiamo ora i dati ISS suddivisi per le fasce d’età disponibili per la categoria dei “NON VACCINATI” cioè i soggetti potenzialmente ancora vaccinabili anche se nel report ISS è indicato che sono in questa categoria i soggetti vaccinati con prima dose entro i 15 giorni, alterando quindi i dati grezzi disponibili.
Esempio nella fascia d’età 12-39:
- Soggetti 12-39 NON VACCINATI (Tabella5B ISS ) = 2.620.336
- Soggetti 12-39 TERAPIA INTENSIVA (Tabella5B ISS ) = 64
- Incidenza % sullo stato vaccinale = 2.620.336:100=64:X
- Risultato = 64*100/2.620.336
Risultati a caldo
Da questi calcoli emerge che per un NON VACCINATO ci sono molte situazioni in cui il rischio di un effetto GRAVE da vaccinazione è superiore al rischio di terapia intensiva o di decesso per COVID.
Sono evidenziati in verde i casi in cui la “percentuale di rischio COVID” è inferiore a quella “PER REAZIONI AVVERSE GRAVI DA VACCINAZIONE ANTI-COVID19”. Scegliete voi se basarvi sui dati della Svizzera o quelli dell’Italia…
Prendiamo in esame SOLO la media Italia/Svizzera di 0,0495% (T.I. = Terapia intensiva)
- Rapporto rischio/beneficio per morte con Covid fascia 12-39 = 97 volte più probabile effetto avverso
- Rapporto rischio/beneficio T.I. fascia 12-39 = 20 volte più probabile effetto avverso
- Rapporto rischio/beneficio per morte con Covid fascia 40-59 = 7,60 volte più probabile effetto avverso
- Rapporto rischio/beneficio T.I. fascia 40-59 = 2,69 volte più probabile effetto avverso
Focus sulla Svizzera
Ci salta all’occhio che l’incidenza delle segnalazioni totali è fortemente incentrata nelle fasce d’età centrali, su 11.467 ben 3.682 riguardano la fascia dai 18 ai 44 anni, per oltre il 32% e cioè proprio la fascia meno colpita insieme agli over dodici.
Focus sull’Italia
Anche per l’Italia gli unici dati che abbiamo sono aggiornati al lontano settembre 2021 ma confermano le fasce d’età interessate maggiormente sotto i 50 anni!
Però però, altre due considerazioni
I dati così rappresentati in realtà sono un po’ falsati perché i dati sulle conseguenze PER COVID non sono reali ma sono di massima perché purtroppo i dati ISS non tengono conto di questi fattori:
- NON è noto se il ricovero è PER COVID o CON COVID
- Se il ricovero/decesso NON è PER COVID si presume che (in una percentuale molto elevata) il COVID non è in forma grave, quindi non ha intaccato gli organi, quindi è ININFLUENTE per la situazione di ricovero (altrimenti sarebbe per altro) e quindi andrebbero decurtati tutti questi casi (oggi ignoti)
- Pertanto possiamo coraggiosamente assumere che ci sarà una % di casi NON ATTINENTI AL COVID, pur avendo positività
- Pertanto possiamo assumere che i dati sulle incidenze PER COVID sono SICURAMENTE stimate PER ECCESSO con una percentuale che non ci è nota, che oscillerà certamente tra POCO e MOLTO
- Stiamo valutando esclusivamente le reazioni avverse di breve o brevissimo termine. I dati eventuali sul medio/lungo termine non esistono ancora
Ordunque?
Cosa emergerebbe da tutto ciò?
- E’ vero o non è vero che Stiamo ignorando l’eccesso statistico dei decessi e ricoveri classificati CON COVID che potrebbe essere di tutto rilievo abbattendo il rischio COVID;
- E’ vero o non è vero il risultato che la possibilità di ammalarsi gravemente o morire per COVID è ampiamente PIU’ BASSA dei rischi derivanti dalla vaccinazione?
- E’ vero o non è vero che se esaminiamo la sola terapia intensiva con i “dati svizzeri” raggiungiamo anche le 30 volte di rischio inferiore NON VACCINANDOCI?
- E’ vero o non è vero che se scendiamo al di sotto dei 12 anni i dati sarebbero esponenzialmente più sfavorevoli alla vaccinazione?
- E’ vero o non è vero che l’incidenza di casi è molto elevata proprio nelle fasce d’età statisticamente meno gravate dalla malattia e che quindi su questi soggetti il rapporto rischio/beneficio da vaccino risulta ancora più elevato?
- E’ vero o non è vero che in medicina non possiamo parlare dei benefici di un farmaco senza mettere sulla bilancia i suoi rischi?
- E’ vero o non è vero che difronte a questi dati non possiamo considerare indiscriminatamente tutte le fasce d’età ma (come si sapeva già dall’inizio) ogni fascia d’età ha i suoi rischi e benefici da valutare?
- E’ vero o non è vero che a fronte di tutto ciò sarebbe opportuno agire con una certa prudenza, fermarsi ad analizzare i dati, verificare ulteriormente tutto ciò che abbiamo a disposizione e agire di conseguenza?
Approfondimento di rilievo
Capitolo a parte merita il dato “PATOLOGIE PREGRESSE” e l’analisi sui dati pregressi.
Dato che noi siamo con la scienza e per la scienza trattiamo soltanto dati ufficiali e ancora una volta ci appoggiamo ai preziosi dati dell’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA‘ con l’importante report pubblicato per la seconda volta in due anni, risalente al 10/01/2022 [vai alla pagina]
E questo è il SECONDO studio che conferma questi dati, quindi è più che un indizio.
Qui emerge in particolare che:
“Al 10 gennaio 2022 sono 1743, dei 138.099 (1,3%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 440 di questi avevano meno di 40 anni (273 uomini e 167 donne con età compresa tra 0 e 39 anni).”
“…2,9% del campione presentavano 0 patologie, 11,3% presentavano 1 patologia, 17,9% presentavano 2 patologie e 67,8% presentavano 3 o più patologie…”
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Quindi a fronte di tali incidenze, se pur rappresentative di un campione di circa il 20% emergono altri indizi particolarmente rilevanti ai fini statistici. Ma come facciamo ad ignorarli?
E’ ovvio che queste correlazioni con patologie pregresse vanno a sovrapporsi e integrarsi inevitabilmente al famoso dato mancante “CON COVID” o “PER COVID”. Da qualche parte dobbiamo pur prendere dei dati per fare delle valutazioni OGGETTIVE, in nome della SCIENZA, in nome di tutta la popolazione e per il BENE COLLETTIVO.
Altrettando ovvio che questa informazione va estesa anche alle terapie intensive e ospedalizzazioni, al pari di quanto rilevato da report sui decessi appena citato.
E se…con una certa arroganza ci azzardassimo a inserire come elemento discriminante dei dati malattia grave o decessi per Covid un 60% (prudenzialmente) di soggetti? Sarebbe folle? Che rapporti rischio beneficio otterremmo considerando gli effetti avversi?
Conclusioni
Ma è scientificamente valido, saggio, costruttivo, logico ignorare tutto ciò?
Questi calcoli sono errati?
Questi calcoli non cambiano l’ordine delle cose? Non cambiano la narrazione?
E’ vero o non è vero che i dati (la scienza) smentiscono la necessità di vaccinazione per molte fasce d’età oltre ogni ragionevole dubbio?
Probabilmente il dato mancante “PER COVID” o “CON COVID” assente nei report ISS meriterebbe una attenzione maggiore (cruciale) da parte dell’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA‘, da parte del MINISTERO DELLA SALUTE, da parte dei GIORNALISTI, da parte degli ANALISTI, da parte di TUTTI.
Non sarebbe il caso di gridare la richiesta di pubblicazione di questi dati?
Siamo certi che loro dispongano di questi dati. Anche perché senza questi come sarebbe possibile una corretta valutazione rischi/benefici? Sarebbe impensabile una politica di prevenzione, intervento e stabilità senza tali informazioni. Sarebbe impensabile determinare l’agire di un comitato scientifico e di un governo senza tutto questo.
Eticamente come cittadini ci sentiamo in totale diritto di pretendere questi dati.
AIFA non dovrebbe essere pressata su questa richiesta?
Sarà anche per questi dati che in Svizzera c’è meno foga a incentivare le vaccinazioni? [Leggi qui]